Preparazione del lancio in Italia di romosozumab

UCB Pharma SpA

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In Italia 4 milioni di persone >50 anni soffrono di osteoporosi, di cui 3,3 milioni sono donne. Nel 2017 si stimano oltre mezzo milione di fratture da fragilità in Italia, considerando solo quelle che hanno previsto ospedalizzazione.

Il rischio di incorrere in una frattura da fragilità nelle donne dai 50 anni in poi è pari al 34%.

Dopo una frattura da fragilità, la probabilità di subire una seconda frattura nei successivi 2 anni aumenta di 5 volte.

In Italia, in assenza di azioni urgenti, si stima una crescita del 22,4% del numero di fratture da fragilità nei prossimi 10 anni e un conseguente aumento dei costi sanitari del 26,2%, raggiungendo 11,9 Miliardi di euro nel 2030.

Nonostante questi numeri che definiscono una vera emergenza sanitaria, che colpisce soprattutto la popolazione anziana e fragile in Italia, la stessa che ha già pagato molto a causa dell’emergenza sanitaria COVID-19, oggi solo il 25% delle donne >50 anni accedono alla diagnosi e al trattamento dopo una frattura da fragilità.

La bassa consapevolezza di cittadini, delle persone con osteoporosi e delle istituzioni per una patologia che viene spesso considerata una “normale” condizione legata alla vecchiaia, oltre all’assenza di modelli organizzativi multidisciplinari che assicurino la corretta presa in carico della persona dopo una frattura da fragilità, sono alla base di questa emergenza sanitaria nel nostro Paese.

UCB è impegnata nello sviluppo di soluzioni innovative per i pazienti affetti da osteoporosi con fratture da fragilità infatti dal 2004 collabora con Amgen alla ricerca e allo sviluppo di romosozumab, farmaco con un innovativo duplice effetto: aumenta la formazione ossea e, in misura minore, riduce il riassorbimento osseo per il trattamento dell’osteoporosi severa in donne in post-menopausa ad alto rischio di frattura.

Per lo sviluppo di nuove soluzioni per i pazienti con fratture da fragilità UCB è partita dall’ascolto delle persone che avevano avuto pregresse fratture e dall’ascolto di persone con altre patologie in trattamento con farmaci che aumentano il rischio di fragilità ossea.

UCB contribuisce a sostenere queste tematiche attraverso: il sostegno della “Gionata Mondiale dell’Osteoporosi” e il sostegno a FRAME®, una coalizione di 18 Associazioni di persone con patologie croniche, frequentemente associate a fragilità ossea, che hanno deciso di chiedere alle istituzioni, assieme a 6 società scientifiche e 2 ordini professionali, alle forze politiche e regolatorie del nostro Paese, azioni urgenti per fare fronte a questa emergenza sanitaria.

UCB ha collaborato con associazioni di pazienti e società scientifiche per la realizzazione di eventi informativi ed educativi, come ad esempio la Bone House, rivolti alla cittadinanza per migliorare la consapevolezza ed importanza della salute delle nostre ossa. UCB ha sostenuto Cittadinanzattiva per la realizzazione del primo documento di riferimento italiano di PDTA per le Fratture da Fragilità e di una indagine conoscitiva condotta sul territorio nazionale che coinvolge clinici, pazienti e istituzioni regionali, per ottenere una fotografia del problema sulla gestione delle fratture da fragilità in Italia e le eventuali criticità su cui intervenire.

UCB è fortemente impegnata in ambito scientifico, collabora infatti con le principali società scientifiche coinvolte nel management delle fratture da fragilità supportando eventi e progetti educazionali. Lo sviluppo clinico di romosozumab ha visto il coinvolgimento di vari centri a livello mondiale e anche in Italia.